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lunedì 23 gennaio 2017
lunedì 25 luglio 2016
La Valdarda ha perso il Trend...
Senza pretesa alcuna di scoprire nessi di causa-effetto, già nel marzo 2015 tra le osservazioni presentate scrivemmo la numero 8. La riportiamo qui sotto, lasciando al lettore la valutazione della sua bontà alla luce dell'affermazione dell'Ass. Gazzolo, che ovviamente ne avrà tenuto conto.
Preme solo osservare che il trend di mortalità dei tumori di cui si parla è "negli ULTIMI 4 ANNI".
______________________________________________________________________________
Osservazione 8
Nel documento di
riferimento, a pag. 43, è riportato che nei “grafici annuali rappresentativi della precipitazione cumulata
giornaliera e delle medie giornaliere di PM10 (Figura 5-25): si può
osservare il rilevante effetto dilavante sull’atmosfera delle precipitazioni
(in particolare se consistenti e non episodiche), con significativa riduzione
abbattendo delle concentrazioni di PM”.
Come per
l’osservazione precedente, anche qui si afferma una relazione di causa-effetto
senza però mettere in diretta correlazione le due variabili e quindi senza dare
un “peso” alle affermazioni “rilevante”
e “significativa”.
Contrariamente
alle affermazioni ascoltate ad alcune serate pubbliche e riprese dal locale
quotidiano pedissequamente, ci permettiamo di indicare un’ulteriore chiave di lettura del tanto sbandierato calo delle PM10
registrato alla centralina di Lugagnano.
Partiamo un po’
da lontano. Come noto l’ultimo picco di produzione del cemento a scala
nazionale è stato nel 2006. Di seguito il grafico realizzato a partire dai dati
disponibili sulle relazioni annuali AITEC (ordinata in migliaia di tonnellate di cemento
prodotte).
Inquadrata
brevemente la storia produttiva del cemento in Italia, passiamo ad esaminare la
situazione atmosferica locale. I grafici riportati di seguito (Fonte: ARPA-EMR
Sez. di Piacenza, Provincia di Piacenza (2012), pagg. 25-26) mostrano come dal
2006 anche l’inquinamento atmosferico a
Lugagnano (in termini di concentrazioni di PM10) sia costantemente
sceso, a differenza delle altre stazioni dove il segnale è altalenante.
Tale fenomeno,
visibile anche nel successivo grafico 2005-2011 (Fonte: ARPA-EMR Sez. di
Piacenza, Provincia di Piacenza (2012), pag. 29), sembra correlabile al picco
del cemento.
Graficando
tutti i dati insieme è possibile osservare un’interessante sovrapposizione dei
picchi. Per promemoria sono riportati anche i giorni/anno in cui è stato
superato il valore soglia di concentrazione. Il numero 35 cerchiato individua a
sua volta un tetto massimo di “sforamenti permessi” all’anno.
Provando a
interpretare i dati congiuntamente, consci del limite intrinseco dovuto al
fatto che le produzioni di cemento sono a scala nazionale ma convinti in prima
approssimazione che l’andamento locale sia verosimilmente paragonabile (almeno
come forma d’onda), è possibile ricavare quanto vale questa ipotizzata
correlazione.
Il grafico di
sinistra riporta tutti i dati disponibili dal 2005 (anno di inizio delle misure
ARPA EMR); la correlazione del 75% è di per se non trascurabile. Se andiamo ad
eliminare il valore particolarmente elevato del 2006 (condizioni meteo?
maggiore scostamento della produzione locale da quella nazionale?) la correlazione sale al 93%!
Un’altra
interessante informazione della seconda equazione è l’intercetta. Curiosamente,
ma forse nemmeno troppo, ci fa immaginare che se non ci fosse produzione locale
di cemento il valore di fondo delle PM10 a Lugagnano sarebbe pari a
11.7 microg/m3, che, il caso vuole, è assolutamente paragonabile alla
concentrazione dello stesso inquinante misurata alla stazione di Corte
Brugnatella, “battezzata” da ARPA EMR “Fondo
Rurale Remoto”.
domenica 24 luglio 2016
Economia circolare: se non ci fosse da ridere verrebbe voglia di piangere..
"L’economia circolare, secondo la definizione che ne dà la Ellen MacArthur Foundation, «è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera»".
Il concetto è senza dubbio condivisibile, il riciclo è fondamentale in un mondo che per sua natuta ha dei limiti fisici.. tuttavia l'applicazione locale lascia qualche dubbio, soprattutto in merito a quanto evidenziato in rosso.
Comunque sia, l'articolo di oggi su Libertà ci permette di riparlare del primo segreto di Carbonext.. circolare pure lui guarda caso!
Un cerchio di 150 km..., come ci ricorda e conforta l'assessore Gazzolo: "Il Carbonext usato dovrà essere prodotto in un raggio di 150 km dal cementificio di Vernasca" (cit.).
In linea d'aria pare si sia dimenticata di dettarlo..
Liguri, Piemontesi, Lombardi, Trentini, Veneti e Toscani ringraziano gli amici Emiliano-Romagnoli per le loro larghe vedute. Pare che solo la Svizzera abbia avuto qualcosa da ridire..
Il concetto è senza dubbio condivisibile, il riciclo è fondamentale in un mondo che per sua natuta ha dei limiti fisici.. tuttavia l'applicazione locale lascia qualche dubbio, soprattutto in merito a quanto evidenziato in rosso.
Comunque sia, l'articolo di oggi su Libertà ci permette di riparlare del primo segreto di Carbonext.. circolare pure lui guarda caso!
Un cerchio di 150 km..., come ci ricorda e conforta l'assessore Gazzolo: "Il Carbonext usato dovrà essere prodotto in un raggio di 150 km dal cementificio di Vernasca" (cit.).
In linea d'aria pare si sia dimenticata di dettarlo..
E così, dietro a tanti sorrisi e rassicurazioni, approveranno il Carbonext...
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San Donato, Bologna, Italia
venerdì 22 aprile 2016
Nuova strumentazione per ARPAE Piacenza, per la misura delle micro polveri
E' notizia di pochi giorni fa che la Sezione piacentina di ARPAE ha ricevuto una nuova strumentazione per la misura delle polveri fini, "uno degli inquinanti più critici per l’area padana, anche sotto il profilo degli effetti sanitari prodotti, soprattutto per quanto concerne le particelle di dimensioni inferiori, che riescono a penetrare più profondamente nell’apparato respiratorio".
Link notizia: http://www.arpa.emr.it/dettaglio_notizia.asp?id=7513&idlivello=82
Apprendiamo che il nuovo strumento permetterà di "determinare la concentrazione di PM10, PM2,5 e PM1 in µg/m3 e contestualmente il numero totale e la distribuzione dimensionale delle particelle in 31 classi da 0,25 a 32 µm".
La notizia chiude informando che "Dopo il collaudo della fornitura, già positivamente concluso, a breve i tecnici di ARPAE parteciperanno ad un apposito corso di formazione e successivamente verranno condotte alcune campagne di monitoraggio di prova con la nuova unità mobile: il primo appuntamento “ufficiale” è previsto a Montale in autunno".
Immaginiamo sia la strumentazione di cui mesi fa parlava il
Dr. Biasini, Direttore della Sezione, in occasione di una Conferenza dei
Servizi sul progetto Carbonext.
Non possiamo che essere contenti della notizia, anche se ci resta un po' l'amaro in bocca a leggere che il primo appuntamento "ufficiale" sarà solamente in autunno... grossolanemente tra sei mesi, quando sarà molto verosimilmente terminato l'iter del noto Carbonext.
Confidiamo in qualche campagna "ufficiosa" in Val d'Arda...
venerdì 1 aprile 2016
Se solo non fosse il 1 Aprile...
Nella giornata in cui per potenziale conflitto di interessi si dimette un Ministro della Repubblica Italiana, forse vale la pena riflettere e fermarsi un attimo anche ad alcuni fatti di casa nostra.
Il giorno 01/03/2016 il Comune di Vernasca ha approvato il Piano Comunale di Prevenzione della Corruzione, della Trasparenza ed integrità, con la seguente delibera, in cui attacca i cittadini che, a norma di legge, possono proporre indicazioni: "da parte di chiunque ne avesse interesse (cittadini ed associazioni), indicazioni ed eventuali proposte per la predisposizione del Piano".
Il verbale è disponibile a questo link.
Un breve estratto, in seguito approfondiremo meglio la questione.
"- che il documento pervenuto, alquanto minuzioso e prolisso, si presenta di difficile comprensione in quanto le osservazioni effettuate sul Piano anticorruzione 2015/2017 si intrecciano, senza una logica consequenziale, a osservazioni inerenti ad asserite omesse pubblicazioni in amministrazione trasparente e nell’albo on line, con richieste di chiarimenti formulate circa la relazione sul rapporto di valutazione finale 2014, redatto dal responsabile anticorruzione, che risulta essere stato pubblicato nel gennaio 2015."
Sapete perchè le osservazioni sono state fatte sulla Relazione Finale 2014?
Semplicemente perchè il Comune di Vernasca ha reso pubblica la Relazione Finale sul 2015 il 19/01/2016, giorni dopo la chiusura dei tempi utili per il deposito delle osservazioni... e quindi i cittadini e i Comitati NON HANNO POTUTO fare le osservazioni sul documento giusto.....!!!
Tant'è che già lo facevano notare nelle osservazioni stesse. Di seguito il passaggio delle osservazioni:
"Premesso che l’Ente [...] dichiara di adottare il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e Trasparenza (nel seguito P.T.P.C., comprendente il P.T.T.I.) entro il 31 Gennaio di ciascun anno prendendo a riferimento il triennio successivo a scorrimento [...] si rileva la necessità di disporre tempestivamente del Rapporto annuale con riferimento all’anno 2015 al fine di formulare osservazioni pertinenti ed esaustive. Purtroppo invece, a seguito della proroga concessa da A.N.A.C. in merito al termine ultimo di predisposizione e pubblicazione della Relazione annuale 2015 (fissato al 15/01/2016) che i Responsabili della Prevenzione e Corruzione (nel seguito RPC) sono tenuti ad elaborare ai sensi dell’art. 1 co. 14 della legge 190/2012 e del concomitante termine stabilito dal RPC del Comune di Vernasca per la presentazione delle osservazioni pubbliche (Avviso Pubblico prot. 6711(?) del 22/12/2015, pubblicato il 29/12/2015), la stesura del presente documento, non potendosi avvalere delle risultanze del monitoraggio da parte di RPC per l’anno 2015, rischia di non essere completamente esaustiva."
Non è abbastanza logico e/o consequenziale che il Comune avesse dovuto fornire il documento da valutare PRIMA della chiusura delle osservazioni?
Buon Pesce..........
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29010 Vernasca PC, Italia
martedì 1 marzo 2016
mercoledì 3 febbraio 2016
mercoledì 27 gennaio 2016
Di nuovo sulla discarica di Vernasca
Riprendiamo il post di ieri in cui riportavamo l'esposto presentato dal Consigliere Rancan. Oggi sul quotidiano locale è uscito un nuovo articolo in merito.
In effetti alcune cose che non tornano sembrano esserci, proviamo a elencarle e documentarle.
La prima cosa che salta all'occhio, è che l'Ass. Gazzolo, sia nella prima risposta al Consigliere Rancan che nella seconda indirizzata al Consigliere Foti, scrive che "Le stesse precipitazioni (ottobre 2014) hanno anche generato l'arretramento della ha coinvolto la strada di accesso al Centro"..
Ovviamente l'Ass. avrà riportato notizie che gli sono state passate dall'Amministrazione locale, tuttavia quanto riportato non sembra propriamente corretto, vediamo il perché.
- Lettera del Consigliere di minoranza Battaglia, datata al protocollo del Comune il 27 marzo 2014, ben prima quindi delle piogge di ottobre 2014, indirizzata al Sindaco, che all'epoca doveva essere ancora Gianluigi Molinari (se non sbagliamo, essendo state le elezioni verso maggio dello stesso anno). Già si parla di teli a coprire "il versante"(!) e dello "stato di pericolo in cui versa la strada che collega il centro raccolta con la Provinciale"!
In più, nella stessa lettera il Consigliere Battaglia cita un suo dubbio espresso, oltre che per lettera protocollata, anche durante il Consiglio Comunale del 22/03/2014, di cui quindi dovrebbe esserci traccia ufficiale.
Ci saremmo aspettati fosse Battaglia ad andare in Procura, ma tant'è, bisogna giustamente rendergli il merito d'aver sollevato per primo la questione e di aver dichiarato ufficialmente che era contro e che "la discarica non venisse costruita dov'era"!
E altrettanto merito gli va dato per aver tenuta alta l'attenzione, con un altro post su FB datato 1/12/2014, in cui tra le altre cose apprendiamo che esisterebbe un'altra spinosa questione aperta sull'enoteca di Bacedasco...
Ecco cosa accade quando si è prepotenti e saccenti e non si ascoltano consigli, lamentele o non si chiede alla...
Pubblicato da Insieme per Vernasca su Lunedì 1 dicembre 2014
- Fotografie scattate il 19 maggio 2014
dalla foto sopra è possibile vedere la rete di recinzione del soprastante piazzale già non più orizzontale
nella foto qui sopra è impossibile non osservare il franamento della strada di accesso.. avvenuto ben prima dell'ottobre 2014
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29010 Vernasca PC, Italia
martedì 26 gennaio 2016
Centro di raccolta rifiuti urbani a Vernasca: «La Procura indaghi»
Centro di raccolta rifiuti urbani a Vernasca: «La Procura indaghi»
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Riproponiamo il testo preso da IlPiacenza in cui il Consigliere Rancan segnala alcuni problemi circa la discarica di Vernasca!
Leggiamo con attenzione! Ne abbiamo già parlato nei passati post: 21/01/2016, 30/10/2015, 11/07/2015.
<<Una «scelta discutibile» realizzare in quel luogo il centro di raccolta rifiuti urbani di Vernasca. E’ non è solo il terreno a far nascere dubbi al consigliere regionale della Lega, Matteo Rancan, che il 12 gennaio ha presentato un esposto alla procura della Repubblica di Piacenza. Secondo il consigliere del Carroccio a essere discutibile sono anche - si legge nel documento - «il procedimento di approvazione del progetto dei lavori, il prezzo di acquisto dell’area, i tempi di richiesta di finanziamenti alla Regione, l’inopportuna parentela ed il cumulo di ruoli di alcuni soggetti coinvolti nel procedimento».
Nell’esposto viene ripercorsa la storia dell’area dal primo marzo del 2012, a partire dalla delibera del Comune che approvava il progetto preliminare, firma dei geometri Franzini e Solari, del valore di 176mila euro.
Rancan mette sotto la lente di ingrandimento, e chiede ai magistrati di indagare, «sull’acquisto - si legge nell’esposto - del terreno che era di proprietà di un parente dell’assessore ai Lavori Pubblici». Inoltre, esistevano, secondo Rancan, rapporti di «lavoro subordinato in corso con la ditta Franzini srl che pare di proprietà dello stesso geometra comunale Franzini».
Rancan mette sotto la lente di ingrandimento, e chiede ai magistrati di indagare, «sull’acquisto - si legge nell’esposto - del terreno che era di proprietà di un parente dell’assessore ai Lavori Pubblici». Inoltre, esistevano, secondo Rancan, rapporti di «lavoro subordinato in corso con la ditta Franzini srl che pare di proprietà dello stesso geometra comunale Franzini».
Questo perché, nella primavera del 2014 si erano verificate alcune frane che hanno coinvolto la strada che porta al centro di raccolta dei rifiuti. Il Comune corse ai ripari e un’ordinanza del novembre 2014 del capo del dipartimento di Protezione civile aveva inserito anche «l’intervento di messa in sicurezza» dell’area. Nell’aprile dell’anno seguente, lo stesso Rancan aveva presentato in Regione un’interrogazione alla Giunta: voleva sapere se ci fosse una relazione geologica alla base che giustificava il centro rifiuti in quella zona e voleva conoscere «i tempi per la concessione del finanziamento di 60mila euro per il riassetto del suolo interessato alla frana». Alla fine di luglio, Franzini, responsabile del Servizio tecnico comunale, aveva «affidato un ulteriore incarico professionale ad un tecnico “per la redazione di relazione tecnica per l’individuazione delle cause del movimento franoso”». Secondo Rancan quella zona era conosciuta come instabile.
Nel frattempo arriva la risposta della Regione, l’assessore alla Difesa del suolo, Paola Gazzolo, il 21 aprile 2015 scrive che la frana è stata provocata dalle «avversità atmosferiche dell’ottobre 2014» e che «il finanziamento di 60mila euro sarà valutato nell’ambito del quadro complessivo degli interventi segnalati per tutto il territorio regionale a seguito delle avversità atmosferiche dell’ottobre 2014 e del febbraio 2015».>>
Nel frattempo arriva la risposta della Regione, l’assessore alla Difesa del suolo, Paola Gazzolo, il 21 aprile 2015 scrive che la frana è stata provocata dalle «avversità atmosferiche dell’ottobre 2014» e che «il finanziamento di 60mila euro sarà valutato nell’ambito del quadro complessivo degli interventi segnalati per tutto il territorio regionale a seguito delle avversità atmosferiche dell’ottobre 2014 e del febbraio 2015».>>
sabato 23 gennaio 2016
La Concessione Edilizia 71/1988 di Vernasca, un problema non trascurabile! - INVITO alla CdS
Lettera inviata alla CdS in data 16 gennaio 2016
INVITO FORMALE alla Conferenza dei Servizi in merito alla Procedura di Valutazione di Impatto Ambientale e modifica dell’AIA in corso, inerenti al progetto per l’utilizzo del “CarboNeXT®” (combustibile solido secondario) nell’impianto di cottura del cementificio, ubicato in loc. Mocomero del Comune di Vernasca, presentato da Buzzi Unicem S.P.A.
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Spettabili membri,
con la presente siamo a chiedere espressamente che la Conferenza dei Servizi inerente il progetto in oggetto si pronunci esplicitamente sulla perdurante vigenza (o meno) delle prescrizioni contenute nella Concessione Edilizia n. 71/1988.
Tale richiesta è tesa ad evitare che la VIA (con il suo effetto sostitutivo delle altre autorizzazioni ed atti di assenso), formalmente prevista per consentire l’uso dei CSS, si traduca in realtà in un escamotage per autorizzare surrettiziamente (e implicitamente) il futuro incenerimento di rifiuti fino ad ora non consentito grazie alla vigenza della suddetta C.E. 71/88.
La citata Concessione Edilizia n. 71/88 (prot. com. 2018 del 16/12/1988), rilasciata dal Comune di Vernasca in data 16/12/1988, tutt’ora vigente, è stata esplicitamente richiamata e volutamente lasciata a verbale dal Tecnico Comunale di Vernasca (Geom. Filippo Franzini) alla fine della procedura di Screening di V.I.A.,
Questo richiamo così esplicito voluto dal Tecnico Comunale Geom. Franzini, alla luce della rilettura della citata Concessione Edilizia n. 71/88 del 16/12/1988 (e non 2018 del 15/12/1988), lascia aperti molti dubbi.
Per doveroso promemoria, la citata C.E. n. 71/88, tra le altre prescrizioni previste, riporta che:
Un solo breve cenno al punto 4, con due domande:
Avendo ricostruito la storia dello stabilimento, abbiamo potuto leggere la missiva del Geom. Franzini alla Regione Emilia-Romagna (prot. 744 del 14/2/2002) in cui lo stesso dichiarava che, sebbene la Commissione Edilizia si fosse espressa in modo contrario:
Analogo ragionamento è riportato anche nelle prescrizioni che, di nuovo, lo stesso Geom. Franzini redige nell’Autorizzazione (prot. 3336) rilasciata a Buzzi-Unicem in data 6/5/2002:
In modo formalmente corretto, la cementeria è stata quindi autorizzata a bruciare le farine animali, in virtù della nota problematica della “mucca pazza” (BSE), in sfregio purtroppo alle scelte locali.
Punto fermo dell’Autorizzazione è però che, al termine della “situazione straordinaria e urgente”, tutto torni a funzionare secondo le prescrizioni della già citata Concessione Edilizia del 1988.
Nel maggio del 2013, il giudizio positivo dell’Organizzazione mondiale per la sanità animale (Oie) ha ufficialmente sancito per l’Italia un nuovo stato sanitario per l’encefalopatia spongiforme bovina (BSE), con il passaggio dal livello di rischio «controllato» a quello «trascurabile». Ulteriore conseguenza di questa riduzione del rischio sarà quella, in tempi più o meno brevi, dell’annullamento dell’emergenza anche a livello statale.
A livello estremamente locale invece, ciò comporterà ovviamente la fine della suddetta “situazione straordinaria e urgente” e il ritorno al divieto di utilizzo delle farine animali nello stabilimento di Vernasca, appunto secondo la Concessione Edilizia 71/88.
Eccoci quindi giunti al nocciolo del problema.
Se per assurdo l’estensore delle prescrizioni di un eventuale parere favorevole della VIA in corso non facesse proprie le esistenti e vigenti prescrizioni della Concessione Edilizia, oltre a non vietare il futuro uso di farine animali una volta dichiarata conclusa l’emergenza, aprirebbe pericolosamente la porta all’uso come combustibile anche di altri rifiuti!
Ci allarma e non poco la volontà espressamente manifestata dal Geom. Filippo Franzini, anche e soprattutto alla luce dell’ormai nota sua posizione di conflitto di interessi nella vicenda, così come già segnalato dalla nota dello studio legale Gualandi-Minotti del 10/10/2015 e acquisita dalla Conferenza (prot. prov.le n. 62219 del 19/10/2015).
Per tale motivo, a seguito di quanto sopra esposto e in base al ben evidente rischio al quale la Val d’Arda potrebbe andare incontro, gli scriventi Comitati e Associazioni
a che la Conferenza dei Servizi faccia proprie fin d’ora le prescrizioni contenute nella Concessione Edilizia n. 71/1988 e ne tenga conto nella valutazione del progetto.
Per doveroso promemoria, la citata C.E. n. 71/88, tra le altre prescrizioni previste, riporta che:
Un solo breve cenno al punto 4, con due domande:
- perché nella C.E. si impone una produzione totale massima di 800.000 ton/anno mentre nel documento di AIA, ma anche in quelli di VIA, si trova indicato un quantitativo annuo potenziale pari a 900.000 ton/anno? (addirittura risultano 1.300.000 ton/anno nel sito web aziendale di Buzzi Unicem).
- Come si coniuga la produzione di 860.000 ton/anno dichiarata da Buzzi con le prescrizioni inserite nella C.E. 71/88?
Avendo ricostruito la storia dello stabilimento, abbiamo potuto leggere la missiva del Geom. Franzini alla Regione Emilia-Romagna (prot. 744 del 14/2/2002) in cui lo stesso dichiarava che, sebbene la Commissione Edilizia si fosse espressa in modo contrario:
Analogo ragionamento è riportato anche nelle prescrizioni che, di nuovo, lo stesso Geom. Franzini redige nell’Autorizzazione (prot. 3336) rilasciata a Buzzi-Unicem in data 6/5/2002:
In modo formalmente corretto, la cementeria è stata quindi autorizzata a bruciare le farine animali, in virtù della nota problematica della “mucca pazza” (BSE), in sfregio purtroppo alle scelte locali.
Punto fermo dell’Autorizzazione è però che, al termine della “situazione straordinaria e urgente”, tutto torni a funzionare secondo le prescrizioni della già citata Concessione Edilizia del 1988.
Nel maggio del 2013, il giudizio positivo dell’Organizzazione mondiale per la sanità animale (Oie) ha ufficialmente sancito per l’Italia un nuovo stato sanitario per l’encefalopatia spongiforme bovina (BSE), con il passaggio dal livello di rischio «controllato» a quello «trascurabile». Ulteriore conseguenza di questa riduzione del rischio sarà quella, in tempi più o meno brevi, dell’annullamento dell’emergenza anche a livello statale.
A livello estremamente locale invece, ciò comporterà ovviamente la fine della suddetta “situazione straordinaria e urgente” e il ritorno al divieto di utilizzo delle farine animali nello stabilimento di Vernasca, appunto secondo la Concessione Edilizia 71/88.
Eccoci quindi giunti al nocciolo del problema.
Se per assurdo l’estensore delle prescrizioni di un eventuale parere favorevole della VIA in corso non facesse proprie le esistenti e vigenti prescrizioni della Concessione Edilizia, oltre a non vietare il futuro uso di farine animali una volta dichiarata conclusa l’emergenza, aprirebbe pericolosamente la porta all’uso come combustibile anche di altri rifiuti!
Ci allarma e non poco la volontà espressamente manifestata dal Geom. Filippo Franzini, anche e soprattutto alla luce dell’ormai nota sua posizione di conflitto di interessi nella vicenda, così come già segnalato dalla nota dello studio legale Gualandi-Minotti del 10/10/2015 e acquisita dalla Conferenza (prot. prov.le n. 62219 del 19/10/2015).
Per tale motivo, a seguito di quanto sopra esposto e in base al ben evidente rischio al quale la Val d’Arda potrebbe andare incontro, gli scriventi Comitati e Associazioni
FANNO INVITO FORMALE
a che la Conferenza dei Servizi faccia proprie fin d’ora le prescrizioni contenute nella Concessione Edilizia n. 71/1988 e ne tenga conto nella valutazione del progetto.
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