sabato 23 gennaio 2016

La Concessione Edilizia 71/1988 di Vernasca, un problema non trascurabile! - INVITO alla CdS

Lettera inviata alla CdS in data 16 gennaio 2016

INVITO FORMALE alla Conferenza dei Servizi in merito alla Procedura di Valutazione di Impatto Ambientale e modifica dell’AIA in corso, inerenti al progetto per l’utilizzo del “CarboNeXT®” (combustibile solido secondario) nell’impianto di cottura del cementificio, ubicato in loc. Mocomero del Comune di Vernasca, presentato da Buzzi Unicem S.P.A.
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Spettabili membri,

con la presente siamo a chiedere espressamente che la Conferenza dei Servizi inerente il progetto in oggetto si pronunci esplicitamente sulla perdurante vigenza (o meno) delle prescrizioni contenute nella Concessione Edilizia n. 71/1988.

Tale richiesta è tesa ad evitare che la VIA (con il suo effetto sostitutivo delle altre autorizzazioni ed atti di assenso), formalmente prevista per consentire l’uso dei CSS, si traduca in realtà in un escamotage per autorizzare surrettiziamente (e implicitamente) il futuro incenerimento di rifiuti fino ad ora non consentito grazie alla vigenza della suddetta C.E. 71/88.

Il pericolo che ciò accada è rintracciabile in alcuni dei documenti della CdS.


La citata Concessione Edilizia n. 71/88 (prot. com. 2018 del 16/12/1988), rilasciata dal Comune di Vernasca in data 16/12/1988, tutt’ora vigente, è stata esplicitamente richiamata e volutamente lasciata a verbale dal Tecnico Comunale di Vernasca (Geom. Filippo Franzini) alla fine della procedura di Screening di V.I.A.,



Questo richiamo così esplicito voluto dal Tecnico Comunale Geom. Franzini, alla luce della rilettura della citata Concessione Edilizia n. 71/88 del 16/12/1988 (e non 2018 del 15/12/1988), lascia aperti molti dubbi.

Per doveroso promemoria, la citata C.E. n. 71/88, tra le altre prescrizioni previste, riporta che:


Un solo breve cenno al punto 4, con due domande:

  • perché nella C.E. si impone una produzione totale massima di 800.000 ton/anno mentre nel documento di AIA, ma anche in quelli di VIA, si trova indicato un quantitativo annuo potenziale pari a 900.000 ton/anno? (addirittura risultano 1.300.000 ton/anno nel sito web aziendale di Buzzi Unicem).
Nel documento dell’ AIA del 2007, approvato, è possibile leggere che:

  • Come si coniuga la produzione di 860.000 ton/anno dichiarata da Buzzi con le prescrizioni inserite nella C.E. 71/88?
Tornando invece al punto 3 della C.E., gli estensori dichiaravano allora la precisa scelta di non far bruciare all’impresa alcun tipo di combustibile che non fosse o.c.d., metano e carboni, anche se oggi sappiamo che in combustione sono utilizzate anche le farine animali (rifiuto speciale).

Avendo ricostruito la storia dello stabilimento, abbiamo potuto leggere la missiva del Geom. Franzini alla Regione Emilia-Romagna (prot. 744 del 14/2/2002) in cui lo stesso dichiarava che, sebbene la Commissione Edilizia si fosse espressa in modo contrario:


Analogo ragionamento è riportato anche nelle prescrizioni che, di nuovo, lo stesso Geom. Franzini redige nell’Autorizzazione (prot. 3336) rilasciata a Buzzi-Unicem in data 6/5/2002:


In modo formalmente corretto, la cementeria è stata quindi autorizzata a bruciare le farine animali, in virtù della nota problematica della “mucca pazza” (BSE), in sfregio purtroppo alle scelte locali.

Punto fermo dell’Autorizzazione è però che, al termine della “situazione straordinaria e urgente”, tutto torni a funzionare secondo le prescrizioni della già citata Concessione Edilizia del 1988.

Nel maggio del 2013, il giudizio positivo dell’Organizzazione mondiale per la sanità animale (Oie) ha ufficialmente sancito per l’Italia un nuovo stato sanitario per l’encefalopatia spongiforme bovina (BSE), con il passaggio dal livello di rischio «controllato» a quello «trascurabile». Ulteriore conseguenza di questa riduzione del rischio sarà quella, in tempi più o meno brevi, dell’annullamento dell’emergenza anche a livello statale.

A livello estremamente locale invece, ciò comporterà ovviamente la fine della suddetta “situazione straordinaria e urgente” e il ritorno al divieto di utilizzo delle farine animali nello stabilimento di Vernasca, appunto secondo la Concessione Edilizia 71/88.

Eccoci quindi giunti al nocciolo del problema.

Se per assurdo l’estensore delle prescrizioni di un eventuale parere favorevole della VIA in corso non facesse proprie le esistenti e vigenti prescrizioni della Concessione Edilizia, oltre a non vietare il futuro uso di farine animali una volta dichiarata conclusa l’emergenza, aprirebbe pericolosamente la porta all’uso come combustibile anche di altri rifiuti!

Ci allarma e non poco la volontà espressamente manifestata dal Geom. Filippo Franzini, anche e soprattutto alla luce dell’ormai nota sua posizione di conflitto di interessi nella vicenda, così come già segnalato dalla nota dello studio legale Gualandi-Minotti del 10/10/2015 e acquisita dalla Conferenza (prot. prov.le n. 62219 del 19/10/2015).


Per tale motivo, a seguito di quanto sopra esposto e in base al ben evidente rischio al quale la Val d’Arda potrebbe andare incontro, gli scriventi Comitati e Associazioni


FANNO INVITO FORMALE

a che la Conferenza dei Servizi faccia proprie fin d’ora le prescrizioni contenute nella Concessione Edilizia n. 71/1988 e ne tenga conto nella valutazione del progetto.

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