Senza pretesa alcuna di scoprire nessi di causa-effetto, già nel marzo 2015 tra le osservazioni presentate scrivemmo la numero 8. La riportiamo qui sotto, lasciando al lettore la valutazione della sua bontà alla luce dell'affermazione dell'Ass. Gazzolo, che ovviamente ne avrà tenuto conto.
Preme solo osservare che il trend di mortalità dei tumori di cui si parla è "negli ULTIMI 4 ANNI".
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Osservazione 8
Nel documento di
riferimento, a pag. 43, è riportato che nei “grafici annuali rappresentativi della precipitazione cumulata
giornaliera e delle medie giornaliere di PM10 (Figura 5-25): si può
osservare il rilevante effetto dilavante sull’atmosfera delle precipitazioni
(in particolare se consistenti e non episodiche), con significativa riduzione
abbattendo delle concentrazioni di PM”.
Come per
l’osservazione precedente, anche qui si afferma una relazione di causa-effetto
senza però mettere in diretta correlazione le due variabili e quindi senza dare
un “peso” alle affermazioni “rilevante”
e “significativa”.
Contrariamente
alle affermazioni ascoltate ad alcune serate pubbliche e riprese dal locale
quotidiano pedissequamente, ci permettiamo di indicare un’ulteriore chiave di lettura del tanto sbandierato calo delle PM10
registrato alla centralina di Lugagnano.
Partiamo un po’
da lontano. Come noto l’ultimo picco di produzione del cemento a scala
nazionale è stato nel 2006. Di seguito il grafico realizzato a partire dai dati
disponibili sulle relazioni annuali AITEC (ordinata in migliaia di tonnellate di cemento
prodotte).
Inquadrata
brevemente la storia produttiva del cemento in Italia, passiamo ad esaminare la
situazione atmosferica locale. I grafici riportati di seguito (Fonte: ARPA-EMR
Sez. di Piacenza, Provincia di Piacenza (2012), pagg. 25-26) mostrano come dal
2006 anche l’inquinamento atmosferico a
Lugagnano (in termini di concentrazioni di PM10) sia costantemente
sceso, a differenza delle altre stazioni dove il segnale è altalenante.
Tale fenomeno,
visibile anche nel successivo grafico 2005-2011 (Fonte: ARPA-EMR Sez. di
Piacenza, Provincia di Piacenza (2012), pag. 29), sembra correlabile al picco
del cemento.
Graficando
tutti i dati insieme è possibile osservare un’interessante sovrapposizione dei
picchi. Per promemoria sono riportati anche i giorni/anno in cui è stato
superato il valore soglia di concentrazione. Il numero 35 cerchiato individua a
sua volta un tetto massimo di “sforamenti permessi” all’anno.
Provando a
interpretare i dati congiuntamente, consci del limite intrinseco dovuto al
fatto che le produzioni di cemento sono a scala nazionale ma convinti in prima
approssimazione che l’andamento locale sia verosimilmente paragonabile (almeno
come forma d’onda), è possibile ricavare quanto vale questa ipotizzata
correlazione.
Il grafico di
sinistra riporta tutti i dati disponibili dal 2005 (anno di inizio delle misure
ARPA EMR); la correlazione del 75% è di per se non trascurabile. Se andiamo ad
eliminare il valore particolarmente elevato del 2006 (condizioni meteo?
maggiore scostamento della produzione locale da quella nazionale?) la correlazione sale al 93%!
Un’altra
interessante informazione della seconda equazione è l’intercetta. Curiosamente,
ma forse nemmeno troppo, ci fa immaginare che se non ci fosse produzione locale
di cemento il valore di fondo delle PM10 a Lugagnano sarebbe pari a
11.7 microg/m3, che, il caso vuole, è assolutamente paragonabile alla
concentrazione dello stesso inquinante misurata alla stazione di Corte
Brugnatella, “battezzata” da ARPA EMR “Fondo
Rurale Remoto”.
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