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lunedì 25 luglio 2016

La Valdarda ha perso il Trend...



Senza pretesa alcuna di scoprire nessi di causa-effetto, già nel marzo 2015 tra le osservazioni presentate scrivemmo la numero 8. La riportiamo qui sotto, lasciando al lettore la valutazione della sua bontà alla luce dell'affermazione dell'Ass. Gazzolo, che ovviamente ne avrà tenuto conto.

Preme solo osservare che il trend di mortalità dei tumori di cui si parla è "negli ULTIMI 4 ANNI".


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Osservazione 8

Nel documento di riferimento, a pag. 43, è riportato che nei “grafici annuali rappresentativi della precipitazione cumulata giornaliera e delle medie giornaliere di PM10 (Figura 5-25): si può osservare il rilevante effetto dilavante sull’atmosfera delle precipitazioni (in particolare se consistenti e non episodiche), con significativa riduzione abbattendo delle concentrazioni di PM”.

Come per l’osservazione precedente, anche qui si afferma una relazione di causa-effetto senza però mettere in diretta correlazione le due variabili e quindi senza dare un “peso” alle affermazioni “rilevante” e “significativa”.

Contrariamente alle affermazioni ascoltate ad alcune serate pubbliche e riprese dal locale quotidiano pedissequamente, ci permettiamo di indicare un’ulteriore chiave di lettura del tanto sbandierato calo delle PM10 registrato alla centralina di Lugagnano.

Partiamo un po’ da lontano. Come noto l’ultimo picco di produzione del cemento a scala nazionale è stato nel 2006. Di seguito il grafico realizzato a partire dai dati disponibili sulle relazioni annuali AITEC (ordinata in migliaia di tonnellate di cemento prodotte).



 Inquadrata brevemente la storia produttiva del cemento in Italia, passiamo ad esaminare la situazione atmosferica locale. I grafici riportati di seguito (Fonte: ARPA-EMR Sez. di Piacenza, Provincia di Piacenza (2012), pagg. 25-26) mostrano come dal 2006 anche  l’inquinamento atmosferico a Lugagnano (in termini di concentrazioni di PM10) sia costantemente sceso, a differenza delle altre stazioni dove il segnale è altalenante


 Tale fenomeno, visibile anche nel successivo grafico 2005-2011 (Fonte: ARPA-EMR Sez. di Piacenza, Provincia di Piacenza (2012), pag. 29), sembra correlabile al picco del cemento.



                Graficando tutti i dati insieme è possibile osservare un’interessante sovrapposizione dei picchi. Per promemoria sono riportati anche i giorni/anno in cui è stato superato il valore soglia di concentrazione. Il numero 35 cerchiato individua a sua volta un tetto massimo di “sforamenti permessi” all’anno.




Provando a interpretare i dati congiuntamente, consci del limite intrinseco dovuto al fatto che le produzioni di cemento sono a scala nazionale ma convinti in prima approssimazione che l’andamento locale sia verosimilmente paragonabile (almeno come forma d’onda), è possibile ricavare quanto vale questa ipotizzata correlazione.



Il grafico di sinistra riporta tutti i dati disponibili dal 2005 (anno di inizio delle misure ARPA EMR); la correlazione del 75% è di per se non trascurabile. Se andiamo ad eliminare il valore particolarmente elevato del 2006 (condizioni meteo? maggiore scostamento della produzione locale da quella nazionale?) la correlazione sale al 93%!

Un’altra interessante informazione della seconda equazione è l’intercetta. Curiosamente, ma forse nemmeno troppo, ci fa immaginare che se non ci fosse produzione locale di cemento il valore di fondo delle PM10 a Lugagnano sarebbe pari a 11.7 microg/m3, che, il caso vuole, è assolutamente paragonabile alla concentrazione dello stesso inquinante misurata alla stazione di Corte Brugnatella, “battezzata” da ARPA EMR “Fondo Rurale Remoto”.


               

venerdì 22 aprile 2016

Nuova strumentazione per ARPAE Piacenza, per la misura delle micro polveri

E' notizia di pochi giorni fa che la Sezione piacentina di ARPAE ha ricevuto una nuova strumentazione per la misura delle polveri fini, "uno degli inquinanti più critici per l’area padana, anche sotto il profilo degli effetti sanitari prodotti, soprattutto per quanto concerne le particelle di dimensioni inferiori, che riescono a penetrare più profondamente nell’apparato respiratorio".

Link notizia: http://www.arpa.emr.it/dettaglio_notizia.asp?id=7513&idlivello=82

Apprendiamo che il nuovo strumento permetterà di "determinare la concentrazione di PM10, PM2,5 e PM1 in µg/m3 e contestualmente il numero totale e la distribuzione dimensionale delle particelle in 31 classi da 0,25 a 32 µm".



La notizia chiude informando che "Dopo il collaudo della fornitura, già positivamente concluso, a breve i tecnici di ARPAE parteciperanno ad un apposito corso di formazione e successivamente verranno condotte alcune campagne di monitoraggio di prova con la nuova unità mobile: il primo appuntamento “ufficiale” è previsto a Montale in autunno".

Immaginiamo sia la strumentazione di cui mesi fa parlava il Dr. Biasini, Direttore della Sezione, in occasione di una Conferenza dei Servizi sul progetto Carbonext. 

Non possiamo che essere contenti della notizia, anche se ci resta un po' l'amaro in bocca a leggere che il primo appuntamento "ufficiale" sarà solamente in autunno... grossolanemente tra sei mesi, quando sarà molto verosimilmente terminato l'iter del noto Carbonext. 

Confidiamo in qualche campagna "ufficiosa" in Val d'Arda...

giovedì 28 gennaio 2016

Un'occhiata alle emissioni diffuse del cementificio

Presi da curiosità, dopo aver letto cosa è stato trovato sulle api nella ricerca presentata alcuni giorni fa, abbiamo provato a verificare qualche foto aerea su google earth, disponibile liberamente in rete.

Nessuno pensava di trovare qualcosa.... E INVECE !?!?!


M O N T A G N E     D I     P O L V E R E  ! ! ! !


Già da una prima visione d'insieme si nota qualcosa che non va, ma andando nel dettaglio..

la falda del tetto verso la montagna è un ricettacolo di polveri!
ma in quantità industriali!!

ma anche la parte sommitale dei due grossi sili non scherza! o la superficie alla loro base.

per non parlare l'area evidenziata della freccia più a sinistra, in cui è possibile addirittura riconoscere le tracce lasciate dal transito dei mezzi pesanti, verosimilmente una zona di carico del prodotto finito.

Ma allora queste api hanno davvero visto giusto!

Basta una bella giornata ventosa e queste polveri possono rialzarsi senza problema alcuno!
E andarsene più o meno lontano.. fino ai nostri polmoni?
Ma cosa si respirano gli operai li dentro?

Forse occorre davvero ricalibrare il monitoraggio delle polveri?

D'accordo che esiste lo SME per il monitoraggio in continuo delle emissioni del camino principale,
d'accordo che le api hanno visto polveri di grandezza generalmente minori di 10 micron,

ma il controllo anche sulle altre prescrizioni per le emissioni diffuse?

Quei mucchi di polvere non si formano in un giorno, e speriamo nemmeno in un solo mese..

Verosimilmente le polveri viste sopra conterranno anche particelle più grossolane, tuttavia vista la capacità di "aggrapparsi" ai tetti inclinati devono per forza contenere anche particelle molto piccole, come quelle viste sulle api!

L'AIA 2014 dice:


Pulizia periodica? Bagnatura? Lavaggio dei piazzali?

Ma chi lo fa il lavaggio dei piazzali?

Nessuno a vedere le foto sopra..